"Atlas de los menores extranjeros no acompañados en Italia"



Tra gennaio 2011 e dicembre 2016 sono sbarcati in Italia 62.672 minori stranieri soli. Bambini e ragazzi che fuggono da guerre, dittature, povertà estrema. Il loro numero è cresciuto di sei volte tra il 2011 (4.209) e il 2016 (25.846). Sono alcuni dati del primo Atlante dei minori stranieri non accompagnati in Italia, lanciato da Save the children il 13 giugno scorso. 
La pubblicazione racchiude i dati, le storie e le mappe dei percorsi e della nuova vita in Italia dei minori migranti, attraverso un periodo di sei anni (2011-2016).

Secondo i dati forniti dall’indagine, i bambini e i ragazzi stranieri soli giunti in Italia via mare nel corso degli ultimi sei anni provengono principalmente da Eritrea (17,8%), Egitto (13,2%), Gambia (10%), Somalia (9,1%), Nigeria (7,9%) e Siria (5,2%).

«Quasi tutte le rotte per raggiungere l’Italia», spiega Save the children, «costringono i minori soli ad attraversare lo stesso “inferno”, come raccontano loro stessi, la Libia. Un territorio in buona parte fuori controllo, dove secondo le previsioni la crisi umanitaria causata dal conflitto coinvolgerà nel 2017 1,3 milioni di persone, e la presenza dei migranti supera secondo le stime il numero 256.000. Con la sola speranza di sopravvivere ogni giorno per potersi imbarcare verso l’Europa, i minori soli, come le donne e bambini, subiscono per settimane o mesi percosse, stupri o torture da parte dei trafficanti, o vengono arbitrariamente arrestati e imprigionati nei centri di detenzione, in promiscuità e condizioni disumane senza accesso a cure mediche, acqua potabile, servizi igienici o cibo sufficiente».

L’Atlante evidenzia, fra le altre cose, le lacune del sistema di accoglienza. Lacune che, si sottolinea nella presentazione, «sono in parte una concausa dell’altissimo numero dei minori non accompagnati che si rendono irreperibili sul territorio italiano, come segnalano, probabilmente per difetto, i dati delle strutture di accoglienza a fine 2016, con un totale di 6.561 “scomparsi”, in prevalenza di origine eritrea (1.381 minori di cui 440 femmine), somala (1.251, di cui 183 femmine) o egiziana (1.468)».

Dal rapporto emerge un altro dato importante: la maggioranza dei minori stranieri soli che arrivano in Italia vuole rimanere nel nostro Paese per andare a scuola e cercare un lavoro, come confermano anche i dati sui richiedenti asilo. «La capacità complessiva del sistema di seconda accoglienza, che dovrebbe garantire un servizio di tipo educativo orientato all’integrazione», spiega Save the children riguardo a questo aspetto, «si è rivelata spesso carente rispetto al numero di chi vuole rimanere, anche se le strutture SPRAR per i minori soli richiedenti asilo, aperte anche ai non richiedenti, sono state potenziate fino a raggiungere 2.000 posti circa, distribuiti in quasi tutte le regioni italiane ad esclusione di Abruzzo e Valle d’Aosta, con in testa la Sicilia (554 posti), e a seguire Emilia Romagna (289), Puglia (232), Calabria (200), Lombardia (115) e le altre regioni». (bg)

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